Inizia la giornata di lavoro. Apro il pc, scarico la posta e leggo le e-mail che mi sono arrivate.
C’è dentro di tutto. Richieste di info, report automatici sulle attività, e-mail di amici, newsletter e pubblicità.
La mia attenzione viene catturata da una.
Istintivamente penso: “Cosa vuole dalla mia vita???”, e i punti di domanda sono tre perché così vuole la regola, MA pochi per esprimere la sensazione che ho provato in quel momento.
Sorrido e ordino le e-mail per autore per andare a pescare le altre arrivate dallo stesso.
“Se…”, “Non…”, “Non ti faccio perdere tempo…”. Poi “Mi scuso…” e mi viene in mente un piccolo spaccato di vita personale.
“… specifico…”, “potevo… potresti… potrai…”.
Questa persona scrive in modo corretto molto più di quanto io sia in grado di fare, ma…
Sorrido e inizio a scrivere.
Il nostro cervello è un osservatore attento. E’ abile e arguto. Non lascia sfuggire nulla.
Le parole escono di getto e anche loro sono bravissime a trasmettere i messaggi.
Passa tutto.
Passano le convinzioni, passano i limiti della proprio punto di vista, passano gli schemi motivazionali, passa ciò che viene preso come riferimento.
A volte ahimè anche dei messaggi, a volte dei comandi, diversi da quelli che si vorrebbe dare.
In una e-mail, poi, il destinatario non ha modo di vedere la persona che scrive e sentire il tono della comunicazione. Riceve solo parole, può osservare solo il linguaggio verbale, allora…
Dopo esserti allenato e allenato e allenato ad ascoltare, cogli le sfumature di quello che ti viene detto anche senza volerlo.
Dopo esserti allenato e allenato e allenato ad ascoltare te stesso, sono noti anche i messaggi che comunichi in modo inconsapevole.
Tu sei consapevole che le parole sono quello strumento intangibile che usiamo anche nel nostro dialogo interno? Perchè quando pensiamo parliamo (anche).
E allora il successo del tuo comportamento passa anche da come ti parli.
Il successo della tua comunicazione poggia sulla capacità di articolare dei messaggi coerenti, coerenti con quello che vuoi dire e coerenti con il modo in cui il nostro interlocutore è abituato a lasciarli passare.
Il successo delle tue relazioni dipende da quanto sei in grado di raccordarti al comportamento dell’altro.
Non siamo noi a comandare. Comanda chi ci ascolta. Sia che ad ascoltare siamo noi stessi, sia che ad ascoltare siano gli altri.

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