Ognuno di noi usa delle strategie.
Usa strategie per memorizzare, per decidere, per apprendere, per creare, per motivarsi, per distinguere realtà e fantasia e per creare una convinzione.
Quel qualcosa che fa nello specifico, ad esempio, per apprendere un nuovo comportamento.
Non tutte le strategie però sono performanti. Altre invece lo sono particolarmente.
Ricordo ancora quando ho preso consapevolezza della mia strategia per memorizzare.
In quel momento è stato chiaro perché alcune volte la preparazione ad un esame mi è sembrata così insormontabile ed altre volte invece, ancora oggi, ricordo la preparazione come fluida, leggera, efficace e duratura nel tempo. Ancora oggi se chiudo gli occhi ricordo specifiche immagini.
Purtroppo non ne ho preso consapevolezza quando ero ancora studente, ma ben più in là negli anni.
Ricordo un esame, racconto spesso questo aneddoto. Il professore più temuto, l’esame più insensato per la maggior parte degli studenti. Mi siedo, mi fa qualche domanda e rispondo. Ad un certo punto superiore apre il libro lo chiude e mi chiede “Mi illustri quello di cui ho trattato in quella pagina e mi rifaccia lo schema”. Per me è stato un gioco.
Solo dopo anni ho notato lo schema che utilizzavo per memorizzare le informazioni in modo efficace, quali sono i passaggi dalla prima cosa che faccio quando inizio, gli step via via, i momenti di verifica fino a quando provo soddisfazione per la mia preparazione.
Non si tratta solo delle operazioni che si compiono in modo evidente. Si tratta soprattutto dei passaggi che compiamo mentalmente. Come organizziamo le informazioni, come le rappresentiamo, come le archiviamo affinché siano disponibili nel momento necessario. E la sequenza con cui lo facciamo.
Purtroppo da studenti non tutti hanno avuto la possibilità di essere affiancati da qualcuno che ci rendesse consapevoli di questo. Io no di sicuro, allora.
Conoscere la strategia, migliorarla, eliminare ciò che è superfluo e aggiungere quel qualcosa che la rafforza può fare la differenza.
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