Leggo un post.
Non commento perché non ho abbastanza info.
La prima regola è: non allucinare di tuoi significati un messaggio di un’altra persona.
Ok, forse non è la prima, ma è una regola ferrea.
Ci rincorriamo con chiamate non risposte finché riusciamo a parlare.
Sono stati anni molto difficili per te, ma ne sei venuta fuori.
La tua mente razionalmente ripercorre la strada che hai fatto. E’ un percorso di errori, fatto di schiaffi morali e non solo. E’ una linea piena di ricatti.
E’ stato un percorso di antagonismo, di violenza, di umiliazione, di amore che non vuole il bene, di male raccontato come se fosse giustificato.
Ma ce l’hai fatta.
Hai preso schiaffi all’angolo, ma hai trovato la forza di uscirne.
Ricordo quando ero più giovane e praticavo arti marziali. Il mio maestro mi metteva all’angolo, iniziava a mettermi le mani in faccia e dovevo trovare la forza di uscire dall’angolo mentre mi confondeva e stordiva con i palmi che si agitavano davanti l viso per poi colpirmi dove meno me lo aspettavo.
E tu ce l’hai fatta. Annebbiata, umiliata, sola, sei uscita dall’angolo e hai ripreso in mano la tua vita.
Hai trasformato quel percorso in una strada che va in un’altra direzione fatta di amor proprio e rivincite.
Razionalmente lo riconosci, ma il tuo corpo ora è inquinato dalla rabbia.
E ti arrabbi ancora di più perché provi rabbia.
Non esiste una emozione giusta o sbagliata.
Esistono emozioni congrue o non congrue all’esperienza che stiamo vivendo.
Ci sono stati emotivi utili o non utili.
La stessa rabbia che ora ti infastidisce merita il merito di averti fatto dire BASTA.
E poi è stata utile per essere coerente con la tua scelta quando la tua mente era abituata a giustificarlo, quando ti diceva che forse avevi sbagliato tu.
La stessa rabbia poi ti è stata amica, urlando un fan**lo, per ricominciare a fare quelle cose che lui ti proibiva di fare.
Arrivata a questo punto riconosci che non ti è più utile.
L’hai vissuta così tanto che è diventata un’abitudine.
Anche gli stati emotivi possono diventare delle abitudini.
“Sono stanca di provare rabbia. Non voglio più provare rabbia”. Ora è necessario che la rabbia lasci il posto ad un’altra emozione.
“Quale emozione vuoi provare invece?”, ti chiedo quale.
Mi rispondi: “L’indifferenza”.
Rilancio. Non avrei dovuto, ma l’esperienza mi dice che è più giusto così.
Ti dico: “E se le aggiungessimo una dose di gratitudine?!”
Perché meriti di essere grata a te stessa per aver fatto quello che hai fatto con le poche risorse che avevi in quale momento.
Certo avresti potuto comportarti diversamente.
Ma allora non hai la forza che hai ora. In campo potevi mettere solo le riserve delle riserve.
La tua mente era annebbiata.Ti sentivi confusa, umiliata, sola. Eri stanca. Avevi paura.
Eppure hai vinto.
Pensa a quante cose potrai fare ora
E allora ogni volta che nel tuo corpo inizierà a circolare rabbia, prenditi un attimo per te, abbracciati e accarezzati come faresti con una bambina che si sveglia da un brutto sogno piangendo e concediti l’onore di ripetere nella tua mente: GRAZIE!!!

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