Chi di voi ha sentito dire “chi cerca trova” in questo periodo di Coronavirus? L’Italia ad oggi sembrerebbe il Paese europeo con il maggior numero di contagi, terzo al mondo dopo Cina, Corea, superando il Giappone.

Questo è il periodo di COVID-19, meglio conosciuto come Coronavirus. L’Italia ad oggi sembrerebbe il Paese europeo con il maggior numero di contagi, terzo al  mondo dopo Cina, Corea, superando il Giappone.

Da qualche giorno non si può che non parlare del Virus e delle precauzioni, delle restrizioni e delle disposizioni prese a riguardo.

Gli altri paesi Europei hanno iniziato ad additare l’Italia e gli Italiani, come luoghi e persone da non frequentare. L’ANSA continua a dare notizie di casi in tutto il mondo, specificando che sono italiani o visitatori del nostro paese. 

Grandi manifestazioni annullate. Blocchi ai confini (per fortuna rimossi). Comunque “osservati speciali”.

Inutile cercare di capire dove stia la realtà. Le precauzioni sono dovute come anche sono dovuti  i verbi condizionali di questi paragrafi, non essendo io né un sanitario né in alcun modo competente in materia.

Di fatto, un virus con un tasso di mortalità che parrebbe molto bassa e che ha facile trasmissione, è diventato l’ossessione di tanti.

Il motivo del perché l’Italia abbia una percentuale così alta di affetti da Coronavirus diventa una metafora di quel che spesso succede.

Parrebbe siano stati riscontrati più casi rispetto ad altri paesi perché al contrario degli altri si è stati più cauti utilizzando un protocollo più ampio facendo tamponi a tappeto. 

Più tamponi si fanno più casi si trovano. Quando si fanno i tamponi  agli asintomatici allora aumentano i casi riscontrati.

Insomma, “chi cerca trova”.

E noi, che non siamo muniti di tampone, facciamo comunque i nostri test?

Estremizzando c’è chi è vittima da contagio della fobia in corso e c’è chi, invece, resta quasi indifferente e assolutamente possibilista.

I primi, come i secondi, si prendono cura della propria salute

Entrambi guardano la TV, leggono i giornali, scorrono i social.

Tutte e due incontrano persone… forse i primi un po’ meno dei secondi. 

Secondo voi concentrandosi su se stessi (prendendosi cura della propria salute) i due porranno l’attenzione sulle stesse cose?

Concentrandosi sul mondo esterno (informandosi o socializzando) acquisiranno le stesse informazioni?

Avrete provato anche voi sulla vostra pelle che non è così. Non è un segreto che un ipocondriaco noti ogni minimo disturbo, come pure non è un segreto che un diffidente indaghi le più piccole azioni dell’altro.

Allora si cerca e si continua a notare pizzichi alla gola, voce roche, starnuti. E si continua a cercare e a cercare e a cercare.

Partendo dal nostro parere, più ci focalizziamo, più il nostro potentissimo cervello, esattamente come farebbe una potentissima lente, va sempre più in profondità di quei particolari che vanno a confermare la nostra tesi.

E più cerchiamo più troviamo.

Non si tratta solo del Corona Virus, questa è solo una metafora. 

E una dinamica naturale che fa parte delle nostre vite. 

Possiamo scegliere se comportarci in modo fobico o non esserlo affatto. O forse possiamo scegliere di essere semplicemente equilibrati, prudenti e porci nelle migliori condizioni per cercare in tutte le direzioni e per tenere aperti i nostri canali percettivi.

“Chi cerca trova”. Tu cosa vuoi cercare? Scegli tu. 

Il mio pensiero va a quei fili del tappeto. Sono tutti preziosissimi perché ognuno di loro crea il particolare di un bellissimo manufatto d’arredo. Rispetto e solidarietà. 

La vita è come un tappeto che si srotola giorno dopo giorno: solo verso la fine si comincia a vederne il disegno e si comprende come ogni filo colorato tessuto sia necessario per creare il capolavoro. La tua la vita è la migliore opera d’arte che puoi creare giorno dopo giorno.

(Enzo Bianchi)

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